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Nature credits

L’Europa lancia la roadmap per i nature credits

di Riccardo Pallotta

Una nuova strategia della Commissione Europea mira a stimolare la finanza privata premiando chi tutela la natura, con l’obiettivo di colmare il divario negli investimenti a favore della biodiversità: una Roadmap verso i nature credits. Si tratta di uno strumento innovativo per incentivare il contributo del settore privato nella salvaguardia degli ecosistemi. La proposta mira a sviluppare un mercato volontario e credibile di “crediti natura”, capaci di attrarre investimenti, generare reddito per chi contribuisce a incrementare la qualità ambientale dei territori, migliorare la resilienza delle economie europee.

Che cosa sono i nature credits

I nature credits sono certificazioni volontarie che attestano il sostegno a interventi concreti di ripristino e protezione della natura, come ad esempio la rigenerazione di zone umide o l’estensione delle superfici forestali. Possono essere acquistati da aziende, istituti finanziari, enti pubblici o privati cittadini, i quali, in cambio, beneficiano dei diversi benefici forniti da ecosistemi più sani (assorbimento di CO2, riduzione dei rischi determinati da eventi estremi, disponibilità di risorse, ambienti più salubri). Fondamentale sarà la presenza di standard chiari, sistemi di certificazione trasparenti e governance solida per evitare fenomeni di greenwashing. In quest’ottica, la Commissione istituirà un nuovo gruppo di esperti e invita imprese, governi, accademici e società civile a partecipare alla consultazione pubblica aperta fino al 30 settembre 2025. Le candidature per la prima selezione degli esperti potranno essere inviate fino al 10 settembre 2025.

Un mercato volontario per la biodiversità

L’iniziativa, pensata come un meccanismo dal basso verso l’alto, intende fornire una fonte aggiuntiva di risorse economiche per progetti a favore della biodiversità, integrando i finanziamenti pubblici già disponibili. Oltre a favorire il coinvolgimento delle imprese, i nature credits possono offrire nuove opportunità di reddito ad agricoltori, silvicoltori, pescatori, proprietari terrieri e comunità locali, rafforzando la resilienza dei territori in un contesto di crisi climatica crescente. Secondo la presidente Ursula von der Leyen, i nature credits “mettono la natura in bilancio” e rappresentano uno strumento orientato al mercato, capace di attrarre investimenti e stimolare innovazione, garantendo al tempo stesso una remunerazione per chi lavora nella tutela degli ecosistemi.

Pilastri economici e ambientali della transizione verde globale

L’iniziativa si inserisce pienamente nella Bussola della Competitività dell’UE e nel Clean Industrial Deal, con l’obiettivo di affrontare la crisi della natura e i cambiamenti climatici senza sacrificare la competitività economica. Oggi il degrado ambientale e il rischio climatico stanno già incidendo sui costi assicurativi e sulle catene di approvvigionamento. Secondo alcune stime, le aziende rischiano di perdere fino al 7 % dei propri profitti annuali nel prossimo decennio se non si adatteranno al nuovo scenario ambientale. L’UE sta già testando i nature credits attraverso progetti pilota in Francia, Estonia e Perù, in collaborazione con organismi internazionali come il World Economic Forum, la Biodiversity Credit Alliance e il Panel internazionale consultivo sui crediti per la biodiversità. L’iniziativa potrà inoltre contribuire al raggiungimento degli obiettivi nazionali previsti dal Regolamento europeo sul ripristino della natura e ai traguardi fissati a livello globale nel Quadro di Kunming-Montréal per la biodiversità.

Una risposta all’urgenza con i nature credits

La natura è la base del nostro benessere e della nostra economia. Secondo il World Economic Forum, oltre la metà del PIL globale dipende dalla salute degli ecosistemi. Per questo l’UE ha deciso di destinare il 10 % del proprio bilancio alla biodiversità entro il 2027, con una spesa esterna raddoppiata a 7 miliardi di euro. Ma con un fabbisogno stimato di 65 miliardi l’anno per interventi a favore della natura, la combinazione tra finanza pubblica e privata sarà fondamentale per ottenere impatti reali e duraturi.

Foto: © M. Bonifacino

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