Report Finance for Biodiversity: il 67% degli impatti sulla biodiversità proviene da poche aziende
Il 2 ottobre 2024, la Finance for Biodiversity Foundation ha presentato i risultati di uno studio aggiornato sul “biodiversity footprint” di oltre 2.300 aziende incluse nell’indice MSCI All Country World Index (MSCI ACWI). Avviato a gennaio 2024, lo studio ha analizzato l’impatto delle attività aziendali e delle rispettive catene del valore sulla biodiversità. I risultati mostrano che una porzione significativa degli impatti negativi è generata da un numero limitato di aziende, in particolare nei settori alimentare, petrolifero e chimico.
Il rapporto evidenzia che circa il 67% degli impatti stimati sulla biodiversità è concentrato in 250 aziende, con quasi la metà (49%) proveniente dalle prime 100. Questo suggerisce che un focus su un numero ridotto di aziende potrebbe ridurre in modo significativo gli impatti complessivi.
Lo studio attuale, rispetto a quello pilota, comprende una gamma più ampia di aziende, includendo anche quelle dei mercati emergenti, e fornisce una valutazione più dettagliata a livello aziendale. Viene inoltre enfatizzata l’importanza delle dipendenze dai servizi ecosistemici, particolarmente incisiva per le imprese dell’agroalimentare.
I principali fattori che contribuiscono alla perdita di biodiversità sono cambiamento climatico, inquinamento, uso del suolo e uso delle risorse idriche. Inoltre, gli impatti legati alla catena del valore, definiti come Scope 3, risultano essere i più significativi, dimostrando l’importanza di considerare tutta la filiera nelle strategie di mitigazione.
Lo studio anticipa inoltre i temi del Padiglione Finanza e Biodiversità alla prossima COP16 in Colombia, dove si discuterà dell’allineamento dei flussi finanziari con il Quadro Globale per la Biodiversità (GBF). Il padiglione fungerà da centro di discussione e collaborazione per promuovere pratiche finanziarie sostenibili e strategie innovative a supporto della biodiversità globale.