Ramboll lancia la Global Biodiversity Metric per un futuro nature positive
In occasione della COP16, tenutasi a Cali (Colombia) nell’ottobre 2024, Ramboll, aderente del Nature Positive Network, ha presentato la Ramboll’s Global Biodiversity Metric (GBM). Questo strumento open-source è stato sviluppato per sostenere il ripristino della natura e promuovere un futuro nature positive, contribuendo al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite e al Quadro Globale per la Biodiversità di Kunming-Montreal.
La GBM rappresenta un passo in avanti verso la creazione di uno standard internazionale comune per la valutazione della biodiversità. Utilizza indicatori chiave per misurare la salute degli ecosistemi e per supportare dichiarazioni trasparenti di “no net loss” o “net gain” della biodiversità. Questo approccio si inserisce in un contesto di grave crisi globale: secondo l’IPBES, oltre un milione di specie vegetali e animali sono a rischio di estinzione, e la maggior parte degli indicatori sullo stato di conservazione degli ecosistemi evidenzia un rapido declino.
UNA METRICA AL SERVIZIO DI AZIENDE, GOVERNI E ORGANIZZAZIONI
Come sottolineato da Vikki Patton, responsabile Nature Positive Services di Ramboll nel Regno Unito, la metrica fornisce una metodologia trasparente e ripetibile, in linea con la gerarchia di mitigazione, utile per processi decisionali aziendali, finanziari e governativi. Questo strumento permette di pianificare interventi strategici volti al ripristino degli ecosistemi, alla conservazione della biodiversità e all’aumento della qualità ecologica dei territori. Inoltre, consente di allinearsi ai principali quadri di rendicontazione globale, come la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) e le raccomandazioni della Taskforce on Nature-related Financial Disclosures (TNFD).
LA NECESSITA’ DI UNO STRUMENTO GLOBALE
I cambiamenti nell’uso e nella gestione del territorio sono tra i principali responsabili della perdita di biodiversità. Sebbene esistano numerose metriche per la valutazione della biodiversità, molte si concentrano esclusivamente su habitat particolarmente preziosi o protetti. Tuttavia, per rispettare gli obiettivi del Global Biodiversity Framework entro il 2030, è essenziale arrestare la perdita di biodiversità in tutti i tipi di habitat, inclusi quelli urbani e seminaturali, spesso trascurati ma vitali per la resilienza degli ecosistemi.
La Ramboll GBM mira a colmare questo divario, costruendo sulle esperienze di metriche precedenti, come la Natural England Biodiversity Metric, già utilizzata da oltre un decennio. Ramboll ha ampliato il modello esistente sviluppando due strumenti distinti:
– Ramboll’s Americas Biodiversity Metric (ABM): focalizzata sugli habitat del nord-est degli Stati Uniti (New Jersey, New York e Pennsylvania) e destinata a espandersi in altre aree del continente americano entro il 2025.
– Ramboll Global Biodiversity Metric (GBM): utilizzando la IUCN Global Ecosystem Typology come riferimento, questa metrica quantifica a livello globale gli impatti positivi e negativi dell’uso del suolo, considerando sia l’estensione che le condizioni degli habitat.
Accedi qui alle metriche di Ramboll: Global Biodiversity Metric e Americas Biodiversity Metric
UN QUADRO COMUNE PER IL REPORTING SULLA NATURA
Le metriche sviluppate da Ramboll si allineano allo State of Nature Metrics Framework, risultato di una consultazione internazionale proposta dalla Nature Positive Initiative e conclusasi a novembre 2024. Questo quadro mira a creare consenso sulle metriche in grado di fornire una scala, una diversità e una completezza sufficienti per monitorare accuratamente i cambiamenti nello stato di conservazione della natura, garantendo un reporting credibile e standardizzato.
LA NECESSITA’ DI UN APPROCCIO INTEGRATO PER VALUTAZIONI COMPLETE DELLA BIODIVERSITA’
La Global Biodiversity Metric (GBM) è uno strumento open-source progettato per aiutare le aziende ad integrare considerazioni sulla biodiversità nella pianificazione, fissare obiettivi significativi e superare l’approccio business as usual allo sviluppo e allo sfruttamento delle risorse. Tuttavia, la GBM è un tool nella cassetta degli attrezzi da utilizzare per affrontare la crisi della biodiversità e, come tale, può presentare limiti se applicata in modo esclusivo. Le metriche basate solo su attributi degli habitat, come l’estensione, rischiano infatti di essere troppo semplicistiche, mancando di cogliere le complesse esigenze ecologiche delle singole specie, con il pericolo di compromettere habitat critici (Marshall et al., 2019*). La GBM integra informazioni sulle dimensioni degli habitat, sulle loro qualità e sulla rilevanza strategica per la conservazione, valutando i cambiamenti di biodiversità legati all’uso del suolo e all’estrazione delle risorse, indipendentemente dalla posizione nel mondo. Inoltre, utilizza indicatori chiave, come la presenza e la copertura di alcune specie vegetali autoctone, endemiche o invasive per valutare la salute degli ecosistemi ma non valuta lo stato di conservazione delle popolazioni locali di specie, animali e vegetali. Nonostante la varietà di dati che incorpora, la GBM, come le altre metriche basate prevalentemente sugli habitat, potrebbe non adattarsi a tutte le situazioni. Questo è dovuto alla complessità e unicità di ogni ecosistema, e al fatto che la metrica non analizza la biodiversità a livello di specie.
Pertanto questi tools non possono sostituire le competenze ecologiche degli esperti né soddisfare i requisiti normativi specifici relativi alle specie. Per garantire una valutazione completa della biodiversità, si raccomanda di integrare la GBM con altri strumenti, come valutazioni mirate sulle popolazioni locali di flora e fauna, in particolare in aree che ospitano specie rare o minacciate. Questo approccio combinato consente una pianificazione più equilibrata, capace di coniugare sviluppo sostenibile e protezione della biodiversità.
* Marshall, E., Wintle, B.A., Southwell, D., & Kujala, H. (2019). What are we measuring? A review of metrics used to describe biodiversity in offsets exchanges. Biological Conservation