Puntare sulla natura per migliorare la resilienza dei territori e la competitività delle imprese
Dal 21 ottobre è in corso a Cali, in Colombia, la 16a Conferenza delle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica (COP16). L’obiettivo principale della COP16 è capire qual è lo stato d’implementazione dell’impegno per la protezione del 30 % delle aree terrestri e marine e per il ripristino degli ecosistemi degradati che 196 parti hanno ratificato due anni fa. La UE ha fatto la propria parte, adottando la Strategia Europea per la Biodiversità e il Regolamento sul ripristino della natura (Nature Restoration Law), che obbliga gli Stati Membri a realizzare entro due anni il proprio Piano di ripristino con obiettivi e misure per raggiungere i target a scala nazionale
Per raggiungere i target vincolanti della Nature Restoration Law, in Italia c’è bisogno di un’azione ampia e trasversale, che preveda anche un maggiore coinvolgimento del settore privato. Ma non siamo un’eccezione. In tutto il mondo da diversi anni esistono numerose iniziative che vedono coalizioni di imprese e singole aziende impegnate in prima linea in azioni di tutela e valorizzazione della natura, nella consapevolezza che la perdita di biodiversità e il degrado degli ecosistemi costituiscono un serio fattore di rischio, in grado di mettere a repentaglio la sussistenza dei processi produttivi. Le soluzioni basate sulla natura sono fondamentali per ridurre gli effetti negativi dei cambiamenti climatici e hanno spesso un ritorno economico fortemente conveniente.
Cosa deve fare l’Italia per accelerare la transizione verso una economia nature positive, ovvero con un capitale naturale che ha uno stato di salute migliore di quello attuale? Quali sono per le imprese i rischi legati alla distruzione delle aree naturali e quali i benefici generati da investimenti finalizzati al ripristino degli ecosistemi?
Ne parleremo il 5 novembre a Rimini, nella sessione tematica degli Stati Generali della Green Economy dal titolo “Restoration road: il percorso dell’Italia verso un’economia nature positive”. La sessione è organizzata da Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile con la collaborazione di Autorità di Bacino Distrettuale del Po, Nature Positive Network e Regenerative Society Foundation.
In apertura Lorenzo Ciccarese, di ritorno da Cali, ci racconterà come è andata la COP16 e quali sono gli impegni che attendono le parti. Di seguito Paola Migliorini ci illustrerà le attività della UE nel percorso di attuazione della Nature Restoration Law.
Successivamente l’attenzione passerà sul settore privato.
Marco Frey introdurrà la discussione, evidenziando i legami tra conservazione della natura e attività aziendali. Poi prenderanno la parola le imprese che hanno già avviato il percorso verso la nature positive economy, illustrando le ragioni che hanno indotto questa scelta e le attività che stanno svolgendo.
La sessione ospiterà anche gli interventi di Stefano Liberti – un grande giornalista d’inchiesta, che presenterà il suo nuovo libro che ha come oggetto le specie aliene – e Marco Lambertini, che descriverà l’attività di Nature Positive Initiative, una delle principali coalizioni internazionali che si sta occupando della transizione dell’economia mondiale verso l’obiettivo nature positive.
In chiusura, una tavola rotonda con Francesco Tomas, Direttore Generale dell’area Tutela della biodiversità e del mare del MASE, che ci dirà come il Ministero si sta preparando alla redazione del Piano di ripristino degli ecosistemi e quali sono gli spazi di collaborazione con le imprese. Con lui ne discuteranno Simone Mazzola, vicepresidente di Regenerative Society Foundation, Alessandro Bratti e Edo Ronchi.
Giuseppe Dodaro, Coordinatore del Nature Positive Network