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Il consumo di suolo in Italia: il nuovo report ISPRA-SNPA 2024

Il 3 dicembre è stato pubblicato il rapporto ISPRA-SNPA 2024 sul consumo di suolo in Italia: il documento evidenzia che il consumo di suolo in Italia continua a crescere nonostante una popolazione in declino.
Solo nel 2023, sono stati consumati 72,5 km² di suolo, equivalenti a circa 20 ettari al giorno, con una densità di consumo che raggiunge 2,3 metri quadrati al secondo. Questo dato, seppur leggermente inferiore rispetto all’anno precedente, rimane allarmante, considerando anche gli impatti ambientali e sociali legati a questa tendenza. Ad esempio, si continuano a trasformare anche le superfici collocate in zone a rischio di inondazione. Nelle aree classificate “a pericolosità idraulica media” il nuovo consumo di suolo ha interessato 1.107,5 ettari, in buona parte concentrati tra Emilia-Romagna (577,4 ettari) e Toscana (148,4 ettari). 

La percentuale di territorio italiano ormai coperta da superfici artificiali raggiunge il 7,16 % del totale. Tali dati mettono in evidenza la necessità di accelerare le politiche di azzeramento del consumo netto di suolo, obiettivo che secondo l’Unione Europea dovrà essere raggiunto entro il 2050.

DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA E TREND REGIONALI
A livello regionale, le aree con il maggiore consumo di suolo sono Lombardia (12,19 %), Veneto (11,86 %) e Campania (10,57 %). Nell’ultimo anno di rilevazione, incrementi significativi sono stati registrati in Emilia-Romagna (+815 ettari) e Piemonte (+553 ettari), evidenziando come il fenomeno sia particolarmente critico nelle regioni settentrionali, che concentrano il 70 % del consumo totale. Nel 2023, solo la Valle d’Aosta e la Liguria hanno registrato un consumo inferiore a 50 ettari. 

IMPLICAZIONI AMBIENTALI E SOCIALI
Il suolo è una risorsa cruciale per garantire servizi ecosistemici essenziali, dalla produzione alimentare alla regolazione del ciclo dell’acqua e alla mitigazione degli effetti del cambiamento climatico. L’impermeabilizzazione del terreno riduce la capacità di resilienza ai fenomeni estremi, come alluvioni e siccità. Infatti, la perdita di servizi ecosistemici è tra le conseguenze dell’espansione delle superfici artificiali e comporta costi di circa 9 miliardi di euro l’anno per il nostro Paese. Se fino al 2030 il consumo di suolo procederà con una velocità pari alla media tenuta nel periodo 2006-2023, si stima per l’Italia un costo cumulato complessivo, tra il 2006 e il 2030, compreso tra 173 e 212 miliardi di euro. 

CONCLUSIONI
Il rapporto ISPRA-SNPA 2024 sottolinea l’urgenza della necessità di adottare misure efficaci per il contenimento del consumo di suolo e il recupero delle aree degradate. Investire in infrastrutture verdi e promuovere pratiche sostenibili nell’urbanizzazione sono passi fondamentali per invertire la rotta. Questo richiede un impegno condiviso tra istituzioni, cittadini e comunità scientifica per garantire un futuro sostenibile per il nostro territorio. 

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