L’ultima edizione del Global Risk Report del World Economic Forum riporta i risultati di un sondaggio realizzato con più di 1.200 esperti: la perdita di biodiversità e il conseguente collasso degli ecosistemi sono considerati uno dei fattori di rischio più intensi in un orizzonte temporale di 10 anni. In questo contesto, istituzioni internazionali, Governi e imprese hanno accresciuto l’attenzione al tema del ripristino della biodiversità e gettato i presupposti per l’affermazione di un’economia nature positive. Questo concetto è stato sviluppato dal gruppo di esperti GG4N, che ha proposto l’adozione di un goal globale, il cosiddetto Global Goal for Nature, come obiettivo principale dell’Accordo Quadro Globale per la Biodiversità (Global Biodiversity Framework, GBF) post-2020. Il Global Goal identifica tre obiettivi temporali misurabili: Perdita netta zero di natura Bilancio netto positivo Pieno recupero della natura Non intervenire rapidamente e in maniera incisiva per invertire la tendenza alla degradazione degli ecosistemi comporta quindi costi e rischi molto elevati per l’economia.
“L’inazione non è un’opzione: non ci sono vincitori nello scenario business as usual” (World Bank)
Le azioni necessarie da compiere per un’economia nature positive:La crisi ecologica eguaglia per importanza quella climatica ed entrambe mettono seriamente a repentaglio la stabilità dell’economia mondiale, che è fortemente condizionata dallo stato di salute dei sistemi naturali.
Questa percezione è molto forte nelle imprese.
A partire dal 2020
Entro il 2030
Entro il 2050
La nostra visione
Un’economia nature-positive
Ripristino degli ecosistemi
Protezione della biodiversità
Sensibilizzazione delle imprese
Le buone pratiche per la valorizzazione della natura