
Arriva la seconda edizione del “The Good Farmer Award”: 10.000 euro ai giovani che coltivano il futuro dell’agroecologia
di Riccardo Pallotta
Il cambiamento parte dalla terra. E dai giovani che ogni giorno la lavorano con rispetto, limitando il consumo di risorse e rigenerando il suolo e la biodiversità. Con questo spirito prende il via la seconda edizione del The Good Farmer Award, il primo premio in Italia dedicato agli agricoltori under 35 che adottano pratiche di agricoltura biologica rigenerativa e agroecologia.
Promosso dal Gruppo Davines in collaborazione con la Fondazione per lo sviluppo sostenibile, il premio vuole valorizzare chi, con passione e competenza, sta già costruendo oggi un’agricoltura capace di rispondere alle sfide ambientali, sociali ed economiche del nostro tempo.
Anche quest’anno i due vincitori riceveranno 10.000 euro ciascuno, da investire in materiali e interventi finalizzati al miglioramento delle pratiche agroecologiche già avviate nelle proprie imprese agricole. Le candidature sono aperte dal 3 aprile al 16 giugno 2025, attraverso il sito ufficiale:
https://davinesgroup.com/il-nostro-impatto/percorsi/the-good-farmer-award
Agricoltura che rigenera: i requisiti del bando
Per partecipare è necessario avere una certificazione biologica valida e dimostrare l’adozione di almeno tre pratiche agroecologiche tra quelle elencate nel bando, come:
- rotazione colturale;
- minimo disturbo del suolo;
- uso di fertilizzanti organici;
- coltivazione promiscua di alberi e colture o pascoli;
- uso di colture di copertura e pacciamatura organica.
Da quest’anno, il bando si apre anche alle aziende agricole-zootecniche, purché attente al benessere animale e attive in sistemi di allevamento estensivo. L’obiettivo è promuovere sistemi sinergici, capaci di imitare i processi naturali e valorizzare le interazioni benefiche tra suolo, piante e animali.
Una giuria d’eccellenza
A valutare i progetti sarà una giuria composta da otto esperti del mondo accademico, scientifico e associativo, tra cui Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Paola Migliorini dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e Angelo Gentili, referente nazionale di Legambiente per l’agricoltura. La cerimonia di premiazione si terrà tra fine novembre e inizio dicembre 2025 presso il Davines Group Village a Parma.
Il commento del Nature Positive Network
Giuseppe Dodaro, coordinatore del Nature Positive Network, ha accolto con entusiasmo il rilancio dell’iniziativa:
“Il lancio della seconda edizione del Good Farmer Award è una notizia estremamente positiva. Ben vengano le iniziative che incentivano una maggiore diffusione di pratiche agroecologiche, che aumentano la disponibilità di prodotti alimentari sani e sostenibili e rendono possibile una giusta coesistenza tra le esigenze economiche degli agricoltori e la conservazione della natura. Negli ultimi anni le produzioni agricole hanno subito forti danni a causa degli effetti di eventi estremi dovuti ai cambiamenti climatici. L’agroecologia aiuta a rendere più resilienti le nostre imprese. L’accumulo di carbonio organico, ad esempio, facilita l’infiltrazione dell’acqua e la capacità di ritenzione idrica, riducendo l’erosione e la perdita di nutrienti. Un maggiore utilizzo di pratiche agroecologiche è inoltre essenziale per la tutela della biodiversità in Italia. Molte specie – soprattutto in aree a forte artificializzazione come le piane fluviali – sono strettamente legate ai mosaici di habitat che caratterizzano gli ambiti rurali non intensivi. Supportare chi si impegna nella gestione equilibrata di questi agroecosistemi è una delle chiavi per raggiungere il prima possibile l’obiettivo di un’economia nature positive”.
Un premio che guarda lontano
Il premio ha ora anche una sorella americana: la filiale nordamericana del Gruppo Davines, in collaborazione con il prestigioso Rodale Institute, ha lanciato la prima edizione del Good Farmer Award USA, riservata agli agricoltori e allevatori attivi da meno di dieci anni e impegnati in pratiche rigenerative. Una conferma che l’agroecologia non è solo una visione alternativa, ma una necessità globale, che unisce continenti, generazioni e comunità verso un futuro agricolo più sano, equo e rispettoso della natura.