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Foreste, il pianeta rallenta la perdita: un piccolo segnale di speranza dal rapporto FAO 2025

di Riccardo Pallotta

Per la prima volta dopo decenni di cattive notizie, il Pianeta mostra un timido segnale di speranza. Il nuovo rapporto FAO 2025 sullo stato delle foreste globali (Global Forest Resources Assessment) racconta una storia complessa, ma con un bagliore di luce: la deforestazione mondiale sta rallentando. E sebbene resti ancora lontano l’obiettivo di fermarla del tutto, la traiettoria, per una volta, sembra puntare nella direzione giusta. Secondo il documento, le foreste coprono oggi 4,14 miliardi di ettari, circa un terzo della superficie terrestre del pianeta. I polmoni verdi del mondo continuano a essere distribuiti in modo diseguale: la maggior parte si concentra nelle regioni tropicali, seguite da quelle boreali e temperate. L’Europa è il continente con la maggiore estensione forestale, risultato in parte dovuto alle politiche di tutela e riforestazione adottate negli ultimi decenni.

Una buona notizia: il ritmo della deforestazione si sta riducendo

La tendenza più incoraggiante del rapporto è chiara: il tasso di deforestazione globale è in diminuzione. Negli ultimi dieci anni, tra il 2015 e il 2025, la perdita media annua di foreste è scesa a 10,9 milioni di ettari, rispetto ai 13,6 milioni registrati nel periodo precedente e ai 17,6 milioni degli anni Novanta. In altre parole, il Pianeta sta ancora perdendo alberi, ma più lentamente. E questo rallentamento è anche il risultato di un impegno crescente per la conservazione, il rimboschimento e la gestione sostenibile delle risorse forestali. La Cina e la Russia, in particolare, hanno registrato guadagni netti di copertura boschiva, con programmi di riforestazione massicci che stanno restituendo spazio alla natura.

Va ricordato però che questi dati della riforestazione sono dovuti anche alla crescita spontanea. In Italia ad esempio le foreste avanzano a causa dell’abbandono della montagna e delle aree interne, non tanto per le politiche attuate (basti riflettere sul rinvio UE sull’attuazione della Direttiva deforestazione).

Foreste primarie e aree protette: un capitale da custodire

Le foreste primarie, ecosistemi antichi e insostituibili, continuano a ridursi, ma anche qui il ritmo del declino rallenta. Tra il 1990 e il 2025 sono andati perduti 110 milioni di ettari, ma il tasso di perdita annuo è meno della metà rispetto a vent’anni fa. Oggi circa un quinto delle foreste del mondo è legalmente protetto e cresce la consapevolezza del loro valore come alleate nella lotta alla crisi climatica. Le foreste non ospitano solo una straordinaria biodiversità, ma sono anche immense riserve di carbonio: nel 2025 si stima che contengano 714 gigatonnellate di carbonio, il 46% delle quali custodite nel suolo.

Dati che parlano di resilienza

A dispetto delle pressioni economiche, dell’espansione agricola e dei cambiamenti climatici, i dati del rapporto indicano una certa resilienza del sistema forestale globale. La quantità media di carbonio immagazzinata per ettaro è aumentata del 5 % rispetto al 1990, un piccolo ma significativo segnale che le foreste ancora sane stanno rispondendo positivamente agli sforzi di conservazione. Inoltre, cresce l’attenzione per le foreste come risorse sociali e culturali: oltre 220 milioni di ettari sono destinati oggi a servizi come la ricreazione, il turismo o la protezione del suolo e dell’acqua.

Un impegno globale verso la rigenerazione

Il futuro delle foreste resta incerto, ma il rapporto FAO 2025 apre una finestra di possibilità. Novantuno Paesi si sono impegnati a ripristinare 190 milioni di ettari di aree degradate nei prossimi decenni. È un traguardo ambizioso, ma realistico, se sostenuto da politiche coerenti e da una cooperazione internazionale stabile. Il rallentamento della deforestazione non è la fine del problema, ma un segnale che l’umanità può ancora invertire la rotta. Le foreste, più che vittime, sono alleate silenziose che continuano a respirare per noi, nonostante tutto.

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