
Conserva Puchegüín: il “pezzo mancante del puzzle” della Patagonia cilena
di Riccardo Pallotta
Nel cuore della Patagonia cilena, nella maestosa valle di Cochamó, si estende un territorio che custodisce una delle ultime foreste pluviali temperate del pianeta. È il Fundo Puchegüín, una proprietà privata di 133.000 ettari conosciuta come lo “Yosemite del Sud America”. Un luogo dove si incontrano ghiacciai, laghi, foreste di alberi millenari e zone umide che fungono da rifugio per specie in via di estinzione e da serbatoio naturale di carbonio. Ma, a differenza delle aree protette che la circondano, oltre 1,6 milioni di ettari tra Cile e Argentina, Puchegüín non gode di alcuna tutela legale. Progetti industriali, turismo non regolamentato e frammentazione del territorio minacciano da anni questo ecosistema straordinario. Nel 2022, la messa in vendita della tenuta ha fatto scattare l’allarme nella comunità scientifica e tra gli ambientalisti di tutto il mondo.
La nascita di Conserva Puchegüín
Da quella preoccupazione è nata Conserva Puchegüín, un’alleanza internazionale guidata dall’organizzazione locale Puelo Patagonia, con il sostegno di partner globali come The Nature Conservancy, Patagonia Inc., Freyja Foundation e Wyss Foundation. L’obiettivo è chiaro: acquistare e proteggere definitivamente il Fundo Puchegüín, creando un corridoio ecologico transfrontaliero che unisca le aree protette cilene e argentine in un unico sistema naturale continuo. In poco più di un anno, la campagna ha raccolto oltre 45 milioni di dollari, più della metà della cifra necessaria per l’acquisizione (78 milioni). È un segnale concreto di quanto questo progetto sia riuscito a catalizzare l’attenzione internazionale sulla conservazione in Patagonia.
Un modello di conservazione partecipativo
Il progetto non si limita alla protezione ambientale. Conserva Puchegüín mira anche a valorizzare la vita delle comunità locali, che da generazioni abitano la valle di Cochamó e ne custodiscono le tradizioni. Attraverso workshop, incontri pubblici e più di 150 interviste individuali, si sta costruendo un modello di governance condiviso, dove la tutela della natura si intreccia con nuove opportunità di sviluppo sostenibile, come l’ecoturismo e la gestione comunitaria del territorio. Le attività di monitoraggio già avviate hanno permesso di documentare oltre 40 specie animali, tra cui il cervo Huemul, il Monito del Monte e la rana di Darwin, veri e propri simboli della biodiversità sudamericana.
Un tassello essenziale contro la crisi climatica e un futuro di speranza
La regione della Patagonia è considerata il secondo più grande serbatoio di carbonio del Sud America, con torbiere e foreste che immagazzinano il doppio del carbonio per ettaro rispetto all’Amazzonia. Salvaguardare Puchegüín significa dunque proteggere un patrimonio naturale vitale nella lotta contro il cambiamento climatico. Come ha dichiarato Macarena Sánchez, direttrice Marketing e Ambiente di Patagonia Cile: “Conserva Puchegüín non è solo una storia di speranza, ma anche di coraggio. Qui sport, attivismo e comunità si intrecciano: è attraverso l’amore per la natura che possiamo ispirare la sua protezione.”
Conserva Puchegüín rappresenta una iniziativa iconica per la conservazione mondiale. Se la raccolta fondi raggiungerà l’obiettivo, nascerà uno dei più grandi corridoi biologici dell’America Latina, capace di garantire la libera circolazione della fauna e la continuità degli ecosistemi andini. Chi desidera sostenere questa iniziativa può contribuire direttamente attraverso il sito del progetto o diffonderne la conoscenza sui canali digitali. Perché la Patagonia, con i suoi paesaggi incontaminati e le sue comunità resilienti, non è solo un luogo remoto: è un simbolo universale di equilibrio tra uomo e natura.